Quando si pensa al lievito, lo si potrebbe immaginare come un prodotto artificiale, nato da un processo chimico. Questo errore ci può addirittura indurre a credere che il lievito faccia male e che sia quindi meglio ricorrere a una alimentazione senza lievito.
Partiamo anzitutto da una precisazione: il lievito non si produce ma si “alleva” o si “coltiva”.
È, infatti, un organismo vivente, appartenente al regno dei funghi. È importante quindi ricordarci che quando acquistiamo un cubetto di lievito abbiamo tra le mani qualcosa di vivo. Ovviamente ad occhio nudo non ce ne rendiamo conto poiché, considerando le dimensioni delle sue cellule, queste sono visibili esclusivamente al microscopio. Proprio al microscopio quindi il lievito si presenta costituito da microrganismi unicellulari di forma sferica: per farci un’idea dalla loro piccolezza, ci basti pensare che un cubetto di 1 grammo contiene oltre 10 miliardi di cellule di lievito.
Il lievito oggi si coltiva a partire dalla componente zuccherina del melasso, un prodotto ottenuto dalla lavorazione della barbabietola e della canna da zucchero.
Il lievito non contiene di per sé tracce di glutine. A questo proposito, un’ulteriore garanzia deriva dall’assoluto rispetto dei canoni di sicurezza e qualità nel corso del processo produttivo. Il melasso, infatti, prima di entrare in contatto con il lievito viene sottoposto a un processo di sterilizzazione così che la materia prima sia sicura. I controlli a cui è sottoposto il melasso riguardano anche le cellule del lievito. È importante, infatti, che queste non entrino in contatto con altri lieviti presenti nell’aria che potrebbero alterare le loro caratteristiche.