E infatti non esistono test di autentica valenza scientifica in grado di diagnosticarla. Test come l’esame del capello, l’analisi delle citotossine e il test Dria non hanno alcuna comprovata serietà a livello medico, e non fanno che aumentare la confusione dei consumatori.
Su un fatto, dunque, è bene fare chiarezza:
l’intolleranza al lievito non esiste.
Le intolleranze alimentari sono solitamente causate da reazioni del sistema immunitario umano ad alcuni cibi oppure da difetti digestivi enzimatici. Esse comportano, nelle persone che ne soffrono e alle quali sono state scientificamente diagnosticate, disturbi cronici e ripetuti attribuibili ad un elemento contenuto nel cibo ingerito. Le più famose e diffuse intolleranze sono quelle al glutine e quelle al lattosio. Esse sono, tra l’altro, le uniche intolleranze definibili come tali, comprovate scientificamente.
Diversamente, alcuni cibi possono reagire con il nostro corpo accentuando situazioni di fastidio o dolore dovute a disturbi già in essere, non legati all’alimentazione. In questo caso la diagnosi del medico può aiutarci a comprendere le reali cause dei nostri fastidi senza dovere, per forza, rinunciare a qualcosa di buono per il resto della nostra vita.
L’intolleranza al lievito non esiste
Quando si parla di intolleranza al lievito, possiamo essere sicuri di essere in presenza di una notizia falsa o, quantomeno, non corretta! Il lievito solitamente utilizzato nella panificazione – Saccharomyces cerevisiae – è facilmente digeribile dall’uomo. Al punto che il lievito non è incluso nella lista di sostanze che potrebbero causare allergie e intolleranza, che per legge devono essere evidenziate in etichetta – secondo il Regolamento Europeo 1169/2011. Nel processo produttivo, inoltre, le aziende sono tenute ad operare nel rispetto della normativa europea e a garantire che le proprie produzioni rispettino tutte le norme di buona fabbricazione senza andare contro la corretta informazione e la tutela della salute del consumatore. A garanzia di quest’obbligo, ogni azienda applica un efficace sistema di controllo per impedire che il lievito venga a contatto con altri alimenti che potrebbero contenere allergeni o altre sostanze come, ad esempio, tracce di glutine, evitando quelle che, in gergo professionale, vengono chiamate “contaminazioni crociate”.
Tornando alla questione intolleranze, per completezza vogliamo segnalare che benché di intolleranza al lievito non possa propriamente parlarsi, non è escluso che in determinate e specifiche circostanze di particolare sensibilità, le numerose proteine contenute nel lievito possano acuire fastidi già esistenti. È bene comunque sottolineare che si tratta di un’eventualità rara, non legata all’alimento in sé e che è sempre bene consultare un medico specialista per una diagnosi puntuale.